Il Libro
Cosa significa oggi ‘stare bene al lavoro’? Negli ultimi anni le imprese si sono orientate verso pratiche che contribuiscono a migliorare le condizioni di lavoro dei propri collaboratori, ispirate innanzitutto dalla comprovata relazione causale tra benessere organizzativo, maggiore produttività e migliori performance dei collaboratori.
Lo scenario socio-economico e in particolare la crisi dello stato sociale tradizionale, insieme con i recenti incentivi fiscali introdotti dalla Legge di Stabilità 2016, hanno offerto impulso alle pratiche di Welfare Aziendale in particolare, e l’erogazione di benefit e servizi da parte delle imprese rappresenta oggi un leva decisiva per un nuovo modello di retribuzione.
Eppure c’è ancora margine per innovare e i territori da esplorare in ambito di benessere organizzativo sono ancora sterminati: la digitalizzazione ha messo a disposizione nuovi strumenti a supporto del lavoro, che oggi più che mai risulta svincolato da limiti di tempo e luogo. Il lavoro non è più un posto e non ha più un orario, è potenzialmente sempre e ovunque, a patto di poter contare su device tecnologici che ci connettono con persone e rendono accessibili informazioni.
L’avvento del Social Business ha ispirato inoltre un nuovo modo di fare impresa, orientato a produrre vantaggio sociale anziché limitarsi alla massimizzazione dei profitti. L’impresa è chiamata a rispondere delle proprie scelte gestionali di fronte ai propri stakeholder, in primis a quelli interni. La governance diventa antropocentrica e, in perfetto stile olivettiano, si fa prima garante del benessere psico-fisico dei propri collaboratori, promuovendo attività e servizi dedicati alla cura delle persone, allo ‘stare bene’ tout-court, dentro e fuori l’impresa. La nuova frontiera del benessere abbatte le novecentesche distinzioni tra tempo di vita e tempo di lavoro e, paradossalmente, tra vita e lavoro stesso, all’insegna di una società liquida che non è impresa e non è famiglia, ma è comunità.