Il Libro
“La nostra azienda valorizza i propri dipendenti: ogni collega è coinvolto in specifici percorsi di formazione e la nostra politica retributiva è incentivante e premia il merito”: Quante volte abbiamo sentito queste parole pronunciate da amministratori delegati, direttori generali, direttori delle risorse umane, manager ai più diversi della scala gerarchica aziendale? E quante volte abbiamo poi scoperto o ritenuto, vivendo ogni giorno in quella azienda, che non è proprio così?
Quando entriamo a far parte di un’organizzazione aziendale ci aspettiamo di poter fare il nostro lavoro al meglio e di mettere a disposizione tutte le nostre conoscenze e capacità al fine di essere accettati, rispettati e ‘valorizzati’ dai nostri nuovi colleghi di lavoro, dai clienti dell’azienda, dal nostro nuovo capo, ecc.: insomma apprezzati da tutto il nostro network di conoscenze vecchie e nuove. Dall’altra parte l’azienda si aspetta di inserire nella sua organizzazione un nuovo collega affidabile, competente, con potenziale e che sia apprezzato dal suo nuovo network. Eppure talvolta succede che azienda e dipendente non si comprendano: il dipendente non si sente valorizzato e l’azienda ritiene che non vala più la pena di investire su una persona che non fornisce alcun valore aggiunto all’organizzazione. Inizia così un periodo di ‘separati in casa’ che termina il più delle volte con il divorzio (con dimissioni volontarie, licenziamento o, dopo un’erstenuante e lungo periodo di sofferenza reciproca, con la quiescenza del lavoratore).
L’intento di questo lavoro è di capire come e se vale la pena di ‘salvare il matrimonio’ tra azienda e dipendente. Ma soprattutto riflettere sulle motivazioni che ci possono portare al divorzio e su quelle che ci possono accompagnare felicemente in una lunga convivenza.
L’Autore
Michele Bavaro nasce negli Stati Uniti d’America il 3 febbraio 1968. Dopo la maturità scientifica si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Milano, con tesi in Diritto del Lavoro, relatore Prof. Pietro Ichino. Ha iniziato la sua attività lavorativa come praticante in uno studio professionale, occupandosi subito di problematiche del lavoro. Nel 1997 ha superato gli esami per l’abilitazione alla professione di Consulente del Lavoro e dal 2004 è iscritto all’Ordine Professionale di Como. Le sue esperienze in azienda iniziano nel 1995 presso un rinmato Centro Studi di una software house, dove si è occupato dello studio e dell’analisi della normativa giuslavoristica, con particolare attenzione alle problematiche di paghe e contributi, e ha scritto diversi articoli sulla normativa del lavoro, nonché sulle tematiche previdenziali ed assistenziali contribuendo nella redazione di una rivista di settore. Ha assunto l’incarico di Responsabile Risorse Umane di Royal Insurance, una delle prime Compagnie Assicuratrici telefoniche nel mercato italiano, e dal 1998 al 2002 ha coordinato tutte le aree delle Risorse Umane, dando vita, nel 2000, a uno dei primi asili nido aziendali nell’ambito delle Compagnie di Assicurazione. Dopo questa esprienza ha ricoperto diversi incarichi di responsabilità, sempre nell’ambito Risorse Umane, nei settori della consulenza aziendale e delle telecomunicazioni. Dal 2006 ricopre l’incarico di Direttore Risorse Umane del Gruppo Assicurativo UNIQA in Italia.
Appassionato delle tematiche HR, ha utilizzato la metafora azienda-famiglia per descrivere in questo libro le dinamiche che coinvolgono i ruoli aziendali: quali atteggiamenti e comportamenti favoriscono l’ingresso in azienda, come evolvono i rapporti tra colleghi e collaboratori, come vivere e sopravvivere nell’ambiente aziendale.