Il Libro
Le dream company – aziende ideali dove persone, strutture, processi sono ingranaggi di un meccanismo tendente all’equilibrio armonico – esistono e poggiano su tre elementi: thinking, action, social. Dove il thinking rappresenta la libertà di pensiero e di costruzione creativa, l’action raffigura la tangibilità delle cose fatte e da fare, il social ha a che vedere con la ricchezza relazionale.
Ma affinché queste condizioni si realizzino, occorre primariamente ripensare gli stili di management. In questo senso, la formazione è di certo un’importante leva. Oltre ad approfondire aspetti relativi a skill classiche – tradurre la strategia in execution, promuovere l’innovazione, costruire relazioni strategiche, ispirare e generare fiducia, investire sul potenziale, saper comunicare correttamente la visione e la direzione –, la formazione ha il compito di favorire nuove forme di engagement.
Un engagement affettivo, nutrito di rapporti, sostegni, implicazioni emotive; uno normativo, basato su norme, valori e accettazione responsabile delle proprie azioni e dell’applicazione delle conoscenze e capacità; uno, infine, detto “della continuità”, intesa come ricerca e possibilità di progettualità futura.
Il principio dell’happy work, parente stretto del benessere lavorativo e del legame che esso ha con una performance positiva, non è da considerarsi una fantasia; può essere coltivato con strumenti organizzativi classici e rinforzato con una formazione consapevole.