Libro
Correvano bei tempi quando i confini erano linee, tracciati netti ed evidenti, che separavano senza ambiguità: di qua o di là, ognuno al suo posto. Poi le cose, a poco a poco, si sono andate confondendo…
Crisi, emergenze, complessità inedite sono oggi la nuova normalità: nascono, crescono, si gonfiano sui confini molteplici e dispersi che configurano i territori frantumati dell’impresa. Si presentano come un attacco virale alle sue posizioni e strutture; richiederebbero una riflessione meno ordinaria, che metta in discussione modelli, strumenti e lo stesso linguaggio del management. Pier Luigi Celli, in questa ricognizione lungo le coste dell’organizzazione, dimostra con lucidità e chiarezza quanto abbia sempre meno ragione di sopravvivere un esercizio del potere asettico e misconoscente e che l’unico vaccino disponibile passa attraverso la capacità di valorizzare la “ridondanza” di cui sono ricchi i soggetti che animano i sistemi interni delle organizzazioni. Allora, sconfinare è un invito a uscire dai limiti che ingabbiano, a esplorare quante più soluzioni possibili, provare quel gusto dell’avventura che è coraggio di osare.
Allargare i confini è allargare il respiro: consente di aprire lo sguardo e distendere il movimento anche in spazi meno rassicuranti, proprio perché se non si varca la linea d’ombra che cresce al proprio fianco non si capisce quello che sta maturando fuori dal nostro piccolo mondo. Ma soprattutto perché superare il limite è il solo modo di non temere l’altro da sé, che comunque ci fronteggia.