Per lungo tempo il termine “benessere” è stato associato esclusivamente allo stato di salute della singola persona: in tempi di pandemia, il binomio si è addirittura rafforzato nella declinazione personale, a discapito delle organizzazioni. Da sempre – e in particolare nei momenti di crisi – le aziende sono chiamate a diffondere e promuovere un clima lavorativo sereno, ben sapendo che la letteratura scientifica conferma il forte impatto sull’efficienza e sulla produttività del personale: a volte ci si dimentica che proprio per questi motivi, soprattutto negli ultimi anni, le imprese si sono orientate verso l’adozione di pratiche che contribuiscono a migliorare le condizioni di lavoro dei collaboratori e a creare meccanismi organizzativi funzionali. I temi sono così attuali e di interesse per chi lavora nelle organizzazioni che hanno trovato spazio anche all’interno del Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr) e sono tra gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile definiti dall’Agenda Onu 2030 (l’obiettivo tre si concentra proprio su salute e benessere).
D’altra parte sin dalla legge di Stabilità del 2016 lo Stato ha promosso numerose novità in ambito ‘benessere’, in particolare concentrandosi sulle soluzioni di welfare aziendale che nel tempo hanno visto ampliarsi a dismisura il paniere di proposte dedicate al personale. La conseguenza è stata la revisione delle strategie di gestione del personale – potenziate proprio dai nuovi strumenti – ma anche nuove opportunità. Eppure queste ultime sembrano essere sempre più appannaggio delle condizioni dei singoli piuttosto che per l’organizzazione.
Le persone devono assumersi le responsabilità
Ci si chiede, dunque, perché alla rinnovata attenzione per le condizioni del singolo non possa valere l’applicazione del principio anche per l’intera azienda, visto che alla creazione del clima di benessere sono chiamate a partecipare tutte le persone che ne fanno parte, in particolare in questa fase di profonda incertezza generata dalla pandemia. Ne parla anche il libro di Pier Luigi Celli nel suo libro Lezioni per imprese nostalgiche del futuro (ESTE, 2021): con sguardo lungimirante, l’ex dirigente d’azienda spiega che persone e aziende devono sviluppare la capacità di stare nelle incertezze senza dover cercare, a ogni costo, la stabilità; proprio per questo, è importante circondarsi di persone curiose, intraprendenti e che non si fermino davanti al rischio di sbagliare (qui si può rivedere la presentazione del volume all’interno del ciclo di incontri Letture manageriali – Dialogo con gli autori).
Va nella direzione di ribilanciare la responsabilità tra aziende e persone anche Wellfeel – Idee e strumenti per il benessere organizzativo, l’evento promosso dalla casa editrice ESTE e dedicato a tutti coloro che vogliono approfondire le questioni legate al wellbeing e al welfare aziendale. Dopo 10 anni di attività editoriali sul tema del benessere, l’edizione 2022 di Wellfeel – Milano il 27 aprile 2022 e a Bologna il 5 luglio 2022 – è l’occasione per fare il punto sull’attuale declinazione del “benessere organizzativo”.
Il benessere è una questione affrontata in più occasioni anche dalle riviste Sviluppo&Organizzazione (il più longevo bimestrale italiano dedicato all’organizzazione aziendale) e Persone&Conoscenze (il magazine della Direzione del Personale). Per esempio la rubrica ‘Discussione’ del numero di Gennaio-Febbraio 2022 di Sviluppo&Organizzazione – cui hanno preso parte in qualità di discussant manager della Direzione HR di grandi aziende – ha approfondito il tema dell’inclusione come strumento per generare benessere organizzativo. E sulle questioni della valorizzazione della diversità, nel 2021 è stato organizzato dalla rivista il ciclo di incontri dal titolo “Inclusion management – Progettare una strategia per promuovere l’inclusione in azienda”, durante i quali sono state approfondite le strategie di inclusione, integrate con purpose, valori e vision aziendale.
Di benessere si continua a parlarne anche nella Discussione del numero di Marzo-Aprile 2022 di Sviluppo&Organizzazione, con una declinazione legata alla sicurezza: la soluzione agli infortuni e alle morti sul lavoro, ancora oggi drammaticamente molto attuale, non può essere solo una conseguenza delle decisioni di carattere legislativo, ma deve passare anche dalle scelte di ogni singola impresa. Lo stesso tema è affrontato dal numero di Gennaio-Febbraio 2022 di Persone&Conoscenze, con ampio spazio all’analisi degli esperti della materia, ma anche alla testimonianza di manager d’azienda. E sul numero di Maggio 2022 della rivista dedicata all’HR è proposta un’inchiesta focalizzata sui nuovi malesseri professionali, un tema già ampiamente discusso con l’inizio della pandemia (a titolo di esempio proponiamo l’approfondimento realizzato da Fabrizio Massi dal titolo “Il lavoro è importante, ma anche la salute”)
Il tema è stato approfondito in più occasioni anche da Parole di Management: ne è un esempio la puntata dal titolo Non c’è futuro senza cura di PdM Talk, il talk show del quotidiano ESTE.
Le imprese oggi non possono ignorare i vantaggi che un ambiente lavorativo funzionale ed equilibrato può apportare alla piena realizzazione degli individui; ma questi ultimi devono comprendere che è il momento di assumersi le responsabilità e contribuire al benessere organizzativo, il cui impatto ricade direttamente sul business. E la questione riguarda tutti.
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